Finale 2 dicembre 2015
La seconda parte del
trittico 2015 è stata dedicata alla poetessa
Graziella Di Salvo Barbera sabato 28 novembre 2015
nell’aula Consiliare del Comune di Nicosia.
Ha condotto la serata
il Presidente dell’Associazione “Kermesse d’Arte”,
Dino Porrazzo; ha relazionato il prof. Franco Cuva.
La lettura delle
poesie è stata affidata al Dott. Sebastiano Insinga
e al poeta amastratino Filippo Giordano.
“La poesia come
lirica dell’anima e della memoria”. E’ stato
questo il titolo della locandina pubblicitaria.
La lirica
dell’anima e della memoria mi porta a riflettere
sull’entità immateriale che l’uomo mantiene fino
alla fine del ciclo della vita, un’entità che noi
chiamiamo semplicemente anima. Mentre la
memoria richiama alla coscienza fatti e momenti
dettati dallo stato d’animo che accompagnano la
nostra vita. Dunque, un percorso poetico di grande
levatura culturale che l’autrice, con forza, rivolge
al mondo, ai suoi cari, ai giovani rivedendo se
stessa. “L’avìa custuriri nt ana casciaforti li
paròli”.La frase,
infatti, è un monito che
rivolge alle giovani generazioni affinché
custodiscano ciò che rimane del linguaggio
dialettale della realtà amastratina: un prezioso
bene culturale da tramandare.
E se la poesia è
veramente ciò che siamo allora bisogna dire che la
relazione di Franco Cuva è stata un susseguirsi di
frasi poetiche, un incanto ispirato dalla bellezza
delle poesie della poetessa Di Salvo Barbera. Il
Professore Cuva, durante la sua relazione, ha
sottolineato più volte che “…la poesia illumina
la mente…la poesia si fa musica con il ritmo, si fa
fotografia, si fa arte. La poesia lascia nel lettore
una parola, un’espressione e ha una forza tale da
commuovere, da rinnovare l’animo, da fare esplodere
la felicità”.
C’è tutto questo
nella poesia di Graziella Di Salvo Barbera.
Dunque, alla poesia
dell’autrice si aggiunge quella del relatore che
trasforma i profondi significati delle sue parole in
una chiara interpretazione. Un’esposizione dal
sapore poetico, una relazione che ha incantato
l’uditorio.
Il professore Franco
Cuva ha concluso i suoi interventi dicendo “…
Grazie Graziella…”. Una frase che ha il sapore
dell’amicizia, dell’affetto, della gratitudine per
quello che la poetessa ha scritto.
Le poesie ricche di stupore, armonia, bellezza,
vigore e amore, sono state interpretate dal
Dott. Sebastiano
Insinga. Lo stile elegante e,
aggiungerei, impeccabile, ha, ancora una volta, dato
il giusto valore alla bellezza delle poesie e il
perfetto significato grazie alla mimica che ha
permesso di capire il senso e il vero valore delle
frasi e delle parole forti del dialetto amastratino.
L’intensità espressiva, a volte pacata, a volte
veemente, rispecchiava ciò che il suo “io”
suggeriva: altro non era che il volere trasmettere
ai presenti la bellezza della lirica impressa nella
sua memoria.
Non poteva mancare l’intervento dell’autrice che ha
letto le sue ultime poesie dedicate a fatti,
personaggi e, infine, alle persone care. Ogni frase,
ogni riferimento a cose e persone, nella poesia
di Graziella c’è l’impronta che la caratterizza,
l’impronta del genio, un segno, una traccia della
sua grandezza: una peculiarità intrisa d’amore, di
rispetto, di riconoscenza.
Il contributo di Filippo, per un attimo, è sembrato
una sfida tra grandi, ma non era questa l’intensione
del Poeta amico. E’ stato come omaggiarsi a vicenda
con grande rispetto e simpatia reciproca. Durante la
prima fase del suo intervento, Filippo, ha
sottolineato e messo in evidenza “…l’inesorabile
omogeneizzazione linguistica” che tende a
cancellare “.il patrimonio linguistico che
affonda le proprie radici nei secoli precedenti…”.
Se questa è la paura e se questi sono i pericoli che
ben vengano le poesie di Filippo, di Graziella, di
tutti i poeti amastratini che fortemente vogliono
salvare il nostro patrimonio lessicale così
come ha fatto Enzo Romano Maestro conservatore della
nostra cultura. Le mie, che non considera nessuno,
tendono a dare un contributo affinché si salvi ciò
che si può ancora salvare.
La serata si è conclusa con un momento altamente
socializzante durante il quale Sebastiano Insinga ha
sfoggiato una performance coinvolgendo l’intera sala
che ha mostrato di gradire l’intervento per la
simpatia emersa con la recitazione di due poesie
(una di Graziella Di Salvo Barbera e l’altra di
Filippo Giordano) e una filastrocca in vernacolo che
ha chiuso degnamente e allegramente la dedica della
seconda parte del Trittico organizzato
dall’Associazione Kermesse d’Arta di Mistretta.
Voglio, infine, sottolineare che io non sono un
giornalista padrone della sintesi di una sterile
cronaca. Io sono un semplice documentarista che ama
scrivere per far diventare questi incontri
memoria storica; per raccontare fatti e
avvenimenti dove domina il senso del rispetto, della
stima, dell’amicizia. Io sono l’amico che ama il
senso del bello. Pertanto voglio dire GRAZIE anch’io
a Graziella, Dino, Franco, Sebastiano e Filippo per
avermi regalato una indimenticabile serata intrisa
di poesia e di rispetto per essa.
Lucio Vranca
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