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KERMESSE D'ARTE - Trittico amastratino dedicato al Maestro Antonino Di Buono.

Finale 23 luglio 2016

 

RELAZIONE

Ho voluto assumermi la responsabilità di parlare della vita del Maestro Antonino Di Buono per tre motivi essenziali:

1-     1) Per soddisfare le esigenze del nipote Antonio che con tanto entusiasmo ha voluto dare importanza alla figura del nonno cui era molto legato. Antonio si è dato da fare disturbando la zia ed altri familiari per arricchire di importanti notizie la vita dell’uomo didatta e professionale stimato da tutti i suoi allievi.

2-     2) Il secondo motivo è quello di ricordare al Maestro Di Maria l’impegno che si è preso durante la cerimonia di assegnazione del nome alla sala di musica. Impegno che ha il significato di “…creare un fondo Di Buono allo scopo di acquisire e catalogare le trascrizioni e renderli fruibili…”. Personalmente aggiungerei un concorso (o borsa di studio) annuale dedicato al Maestro. Concorso diretto a tutti gli allievi della Scuola musicale i quali, dopo essersi sottoposti a una prova d’esame annuale, daranno la possibilità alla Commissione di assegnare la borsa di studio (o premio) al migliore esecutore.

    3) Il terzo motivo è specificatamente personale. Accennavo, tempo fa, che il Maestro Di Buono ha avuto la capacità di convincermi a cambiare strumento (dalla tromba al flicornino) per motivi d’organico. Il maestro era un grande sostenitore del Melodramma Italiano. Egli era uno stimatore di Verdi, Rossini Bellini illustri rappresentanti dell’opera lirica. Il flicornino doveva rappresentare la voce del soprano (che in quel periodo non era in organico). Dunque, io ero, per lui, una risorsa. Devo dire che per me è stata una prova di fiducia e di gratificazione, pertanto ho accettato la proposta che, superate le difficoltà iniziali, mi ha permesso di fare nuove e importanti esperienze musicali non solo con la banda di Mistretta ma con altre bande del circondario con importanti risultati.

Raccontati i motivi per cui ho deciso di assumermi la responsabilità di relazionare, voglio parlare del maestro uomo, fisarmonicista ed esperto di musica.

La cultura non è qualcosa che si può mettere in un contenitore perché immensa. Essa abbraccia l’arte, la pittura, la scultura, la poesia, la letteratura e, infine, la musica ritenuta dal sottoscritto “magia” (lo ha anche detto il pianista Bosso – diversamente abile - durante il festival di San Remo 2016). Il Maestro ha sposato una di queste arti, ha sposato la musica e l’ha fatta sua per poi mettere, le competenze acquisite, a disposizione dei giovani allievi.

 Il Maestro Antonino Di Buono è nato a Mistretta il 13/3/1912. Da giovane ha svolto, per poco tempo, la professione di falegname e dopo il 1946, aprì un negozio di strumenti musicali tra i quali la fisarmonica (suo strumento preferito) ed altri accessori. In seguito ottenne la licenza per la vendita dei giornali (per la cronaca è stata la prima a Mistretta). Contemporaneamente al periodo in cui esercitò la professione di commerciante, il maestro Di Buono fece parte di un’orchestra amastratina quale suonatore di Sax tenore e fisarmonica. Un gruppo musicale che gli anziani, ancora oggi, ricordano.

Ma, per meglio capire la personalità e la passione del Maestro Di Buono bisogna parlare di emigrazione, un fenomeno che ha coinvolto molti italiani e diversi mistrettesi.

Era il 1949 l’anno in cui il Maestro, come tanti altri italiani, è emigrato in Argentina in cerca di fortuna. La città che ha scelto dove lavorare è stata Cordoba (una metropoli di circa 1.300.000 abitanti) dove ha svolto la professione di falegname per poco tempo perché, quasi subito, ebbe l’opportunità di entrare nella banda della polizia con la mansione di Ispettore capo. Un incarico di responsabilità che lo ha gratificato e che ha svolto egregiamente portando in alto il nome dell’Italia e di Mistretta in particolare. Un incarico che gli aprì le porte alla notorietà come musicista: la sua passione. (Gli articoli giornalistici, in lingua argentina, sono una significativa testimonianza).

Ma il Maestro non si è accontentato dell’incarico di prestigio, ha voluto dare sfoggio anche alla competenza di fisarmonicista. Ed ecco che, successivamente, ha formato un’orchestra di 9 elementi  cui faceva parte un altro mistrettese: Liborio Di Bernardo Amato detto “Gesualdo”.

Il Direttore del gruppo (soprannominato  Tony Di Buono) in diverse occasioni si è fatto valere suonando alternativamente il sax tenore e la fisarmonica.

Ma il Maestro, per motivi familiari, è stato costretto a tornare in Italia verso la fine del 1951. Il suo sogno era quello di ritornare, di esercitare e dare valore alla passione della musica che non ha mai trascurato: un interesse vivo che gli dava la forza di continuare e farsi valere in una nazione lontana dalla madre terra che l’ha visto nascere. La musica, dunque, lo aveva legato alla gente e gli abitanti di Cordoba avevano cominciato ad apprezzare le sue qualità.

Rimanevano, nel cuore del maestro, gli amici argentini conosciuti e i ricordi delle belle esperienze musicali.

Ma l’infaticabile maestro non si è mai arreso. Tornato a Mistretta ha, di nuovo, radunato gli strumentisti che lo hanno accolto con infinito piacere. Lo dimostra la ricomposizione del gruppo orchestrale e della banda che ha diretto per parecchio tempo: le foto sono la testimonianza dell’instancabilità del maestro e la voglia di dare continuità alla sua passione.   

La virtù innata alimentata dalla passione  e il pregio dell’animo hanno condotto il maestro ad amare, ancor di più, l’arte straordinaria della musica, al punto di tornare in quella città che lo aveva applaudito.

Sicuro di aver  conquistato  i cuori degli abitanti di Còrdoba  il 27 febbraio del 1957 è tornato in Argentina con tutta la famiglia formata da 6 figli (Graziella, la mamma di Antonio, è nata in Argentina  dopo pochi mesi il trasferimento)

Diverse le gratificazioni, diversi i riconoscimenti che hanno portato svariati giornalisti ad esaltare la figura del Direttore artistico amastratino e l’orchestra della quale faceva parte anche il fratello Gaetano.

Ha mantenuto, inoltre, il titolo di Ispettore della banda locale. Anche in questo settore ha padroneggiato e lo dimostrano i numerosi riconoscimenti firmati da tutti i componenti della banda di Cordoba. (che avete visto nel filmato).

Nove anni di successi, nove anni di gratificazioni, nove anni di intensa attività musicale. Nella vita, però, ad un inizio si contrappone una fine.

Come ogni persona legata alle proprie origini, ai ricordi, alle passioni, ai sentimenti dominanti misti alla nostalgia, il Maestro, forse pensando alla famiglia e all’avvenire dei figli ha creduto giusto ritornare in Patria, in quella città di pietra dove gli amici, i parenti e la musica avrebbero accolto lui e l’intera sua famiglia.

Il comandante della banda della polizia di Cordoba e tutti i componenti dello stesso corpo bandistico, l’11 agosto del 1966 hanno voluto salutare il maestro amico compositore Antonio, dedicandogli un concerto (durante il quale è stata eseguita una sua marcia) . A conclusione della serata musicale, il comandante  ha voluto ringraziare l’amico musicista con un toccante discorso finale in lingua argentina  che ha avuto non il sapore di un addio ma di un arrivederci. La voce, che avete ascoltato nel filmato, è quasi incomprensibile ma originale registrata nel lontano 11 agosto1966. Oltre alle belle parole, al maestro Di Buono sono rimaste, come ricordo, due pergamene dove sono state siglate le firme di tutti i componenti della banda della Polizia di Cordoba.  

 Era l’estate del 1966. Il maestro Di Buono ha scritto la parola fine a quella fantastica avventura che lo ha gratificato ed osannato fino all’ultimo giorno,  ma ha portato con se’ una valigia da emigrato stracolma di conoscenze e un’infinità di ricordi colmi d’affetto.

Tornato a Mistretta  il maestro ha ripreso l’attività commerciale della vendita dei giornali ed altro e, come attratto da un potente magnete, si è avvicinato al corpo bandistico del Comune di Mistretta per il quale ha ricevuto l’incarico di capobanda avente il compito di curare la Scuola musicale e l’annesso corpo bandistico con la mansione di Maestro Direttore.

“Con nota n. 3794  del 24/5/1967 - Il Sindaco nomina Capobanda del corpo bandistico di Mistretta il Sig. Di Buono Antonino…  Non manca molto tempo e il maestro riceve una nota di merito:  

"Le esprimo il compiacimento dell’Amministrazione comunale per l'ordi­ne e la disciplina in occasione della festa di Santa Rita…”(Firmata il Sindaco).

Di buono ha dimostrato di essere in grado di tenere viva tradizione musicale tanto amata dai mistrettesi. Egli ha curato con passione la scuola musicale e il corpo bandistico fino al 28 febbraio 1972 data di nomina del M° Testa.  Da qui fino al 1976 al maestro Di Buono gli è stato affidato l’incarico di Direttore della banda di Castel Di Lucio dove a causa di un organico ridotto,  integrava elementi della banda di Mistretta.

Ma il M° Testa si è dimesso dopo cinque anni e precisamente il 21/5/1977.  L'Amministrazione comunale, dando prova di sensibilità, affida nuovamente la banda comunale al valido ed esperto, Maestro Di Buono Antonino.

Un altro periodo da coprire fino all’espletamento del nuovo concorso. Grazie a lui la banda ha continuato a vivere.

L’impegno profuso del maestro Di Buono è durato fino al 28/7/1984 data in cui prende servizio il Maestro Giuseppe Lotario quale vincitore del concorso bandito dal Comune di Mistretta. 

Merita di essere messo in evidenza che il Maestro Lotario aveva chiesto la collaborazione del M° Di Buono: le notizie della sua competenza musicale erano arrivate alle orecchie del  vincitore di concorso. La collaborazione non ha avuto seguito perché il Maestro Di Buono era impegnato con l’insegnamento della fisarmonica che impartiva ad alcuni ragazzi volenterosi.

Il maestro Di Buono, comunque, non si è “licenziato” in silenzio. Prima della presa di servizio del Maestro Lotario e prima dell’addio definitivo dal corpo bandistico e dalla scuola musicale, offrì al pubblico amastratino uno dei migliori concerti di quel periodo storico.

Purtroppo, il padre  amico, maestro  di musica e di vita Antonino Di Buono, dopo alcuni anni, e precisamente il 25 settembre 1994, ha lasciato questa terra per un  mondo migliore. 

Dopo 18 anni dalla sua dipartita, finalmente, il Maestro tanto amato dai suoi allievi e dalla comunità tutta, riceve una meritata gratificazione.

In occasione dei festeggiamenti per il 150° anniversario della Costituzione del corpo bandistico e della Scuola musicale del Comune di Mistretta, un momento toccante, dominato dalla commozione, è stato vissuto dai familiari e da tutti i presenti alla cerimonia.

Giorno 4 agosto 2012, alle ore 18,30 la sala prove della Scuola di musica è stata intitolata al Maestro Antonio Di Buono

Erano presenti il Sindaco Avv. Iano Antoci che ha ringraziato quanti si sono adoperati per la riuscita dell’importante momento di gratificazione, il M° Di Maria (attualmente in carica) e i maestri: Giuseppe Lotario, Angelo Pio Leonardi, Salvatore Villardita, Giovanni Ortoleva,  e, in rappresentanza del Maestro Giovanni Testa, la moglie e i figli.

Nei volti dei familiari si leggeva una chiara commozione e l’orgoglio di avere avuto accanto un uomo che della cultura musicale ne ha fatto una ragione di vita.

A conclusione di questa mia relazione mi permetto di esprimere un pensiero personale. Devo dire che il Maestro Di Buono è stato, per me, un “padre musicale” per l’affetto che sempre mi ha manifestato. Pur non abitando a Mistretta per motivi di lavoro, mi cercava sempre, mi voleva con se nei vari concerti. E’ stato, inoltre, un Maestro amico che ho sempre stimato nonostante le vicissitudini della vita mi hanno costretto a vivere lontano. 

Non mi rimane che scusarmi per la sintesi storica della vita del Maestro Di Buono che, sicuramente, avrebbe meritato di più, ma per mancanza di testimonianze, documenti, immagini altre registrazioni che, in parte, si sono perse, non ho potuto storicizzare più di quanto sono riuscito a fare. Mi auguro, con l’aiuto di Antonio, di riuscire a trovare le sue composizioni e le trascrizioni. Ricordo, a proposito, la trascrizione di un canzoniere.  

Grazie alle autorità presenti, al Sindaco, all’Assessore alla Cultura Lorenzo Cocilovo.

Un grazie sentito alla figlia Francesca per la preziosa testimonianza senza la quale non sarei stato in grado di raccontare e per la fiducia che ha avuto nell’affidarmi il prezioso materiale storico senza il quale non avrei potuto cominciare il presente progetto di ricostruzione dei fatti; un altro grazie lo voglio dedicare al simpatico nipote Antonio il quale ha voluto ricordare il nonno che ha sempre voluto bene. Senza il suo tramite, sarebbe stato difficile parlare del maestro a causa della mia lontananza da Mistretta. Antonio, in un suo post su Facebook, scrive: “Di mio nonno Nino ... ricordo sempre la sua ironia e il suo bel modo di scherzare. Ricordo sempre la sua espressione un po' nostalgica e il suo essere con la testa tra nuvole... un po' credo di essere come lui 😄 . Amateli i nonni perché un giorno vi renderete conto che caratterialmente un qualcosa di loro vi resterà”. È’, questa la dimostrazione del suo affetto verso il nonno Maestro.

Non può mancare il ringraziamento al gruppo musicale appartenente alla banda, per avere onorato il Maestro Di Buono con la musica. Al Maestro Di Maria e a tutti i suoi collaboratori voglio rivolgere i miei apprezzamenti anche a nome della Famiglia Di Buono.

 

Infine un grazie all’Associazione “Kermesse d’Arte” e al suo Presidente Dino Porrazzo che ha organizzato questo incontro, ai familiari presenti e non presenti per motivi di lavoro e a tutti voi per avermi ascoltato.. ma, per concludere con il sorriso sulle labbra vi voglio leggere un aneddoto che ricorda gli ultimi momenti della vita del maestro.

Il tanto stimato Maestro Antonino Di Buono ci ha lasciati il 25 settembre 1994. Fino all’ultimo istante della sua vita sognava e raccontava la sua grande passione e lo dimostra l’aneddoto che la figlia Franca mi ha scritto:

 

ANEDDOTO CONCLUSIVO

Testimonianza della figlia Franca

“Possiamo dire che la sua vita era per la musica e che per la quale a volte trascurava  la famiglia (in senso buono). A volte non si rendeva conto che ora fosse. La notte, mamma si svegliava alle due- tre e lui era ancora in cucina, con la mantellina sulle spalle e il braciere quasi spento, a scrivere musica. Mamma lo chiamava “ Nino ma guarda che ore sono, non vieni a dormire? Si, arrivo ma si faceva l’alba. Ecco perché dico che viveva di musica e che posso garantire che ce l’aveva nel sangue. Forse la musica e la passione è nata insieme a lui (dice la signora).

Anche prima di morire, forse in un momento di pre morte, si strappò tutti i fili a cui era legato e il dott. Giordano bonariamente lo richiamò “Sig Di Buono ma noi avevamo fatto un accordo” e lui rispose “ Si in fa minore”. Ecco povero papà le sue ultime parole sono state per la musica.”

 

Lucio Vranca

 

LOCANDINA

 

INVITO

 

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Il servizio fotografico è stato curato da:

Antonio Arangia e da Emanuele Coronato

 

 

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