RELAZIONE
Ho
voluto assumermi la responsabilità di parlare
della vita del Maestro Antonino Di Buono per tre
motivi essenziali:
1-
1)
Per soddisfare le esigenze del nipote Antonio
che con tanto entusiasmo ha voluto dare
importanza alla figura del nonno cui era molto
legato. Antonio si è dato da fare disturbando la
zia ed altri familiari per arricchire di
importanti notizie la vita dell’uomo didatta e
professionale stimato da tutti i suoi allievi.
2-
2)
Il secondo motivo è quello di ricordare al
Maestro Di Maria l’impegno che si è preso
durante la cerimonia di assegnazione del nome
alla sala di musica. Impegno che ha il
significato di “…creare un fondo Di Buono
allo scopo di acquisire e catalogare le
trascrizioni e renderli fruibili…”.
Personalmente aggiungerei un concorso (o borsa
di studio) annuale dedicato al Maestro. Concorso
diretto a tutti gli allievi della Scuola
musicale i quali, dopo essersi sottoposti a una
prova d’esame annuale, daranno la possibilità
alla Commissione di assegnare la borsa di studio
(o premio) al migliore esecutore.
3)
Il terzo motivo è specificatamente personale.
Accennavo, tempo fa, che il Maestro Di Buono ha
avuto la capacità di convincermi a cambiare
strumento (dalla tromba al flicornino) per
motivi d’organico. Il maestro era un grande
sostenitore del Melodramma Italiano. Egli era
uno stimatore di Verdi, Rossini Bellini illustri
rappresentanti dell’opera lirica. Il flicornino
doveva rappresentare la voce del soprano (che in
quel periodo non era in organico). Dunque, io
ero, per lui, una risorsa. Devo dire che per me
è stata una prova di fiducia e di
gratificazione, pertanto ho accettato la
proposta che, superate le difficoltà iniziali,
mi ha permesso di fare nuove e importanti
esperienze musicali non solo con la banda di
Mistretta ma con altre bande del circondario con
importanti risultati.
Raccontati i motivi per cui ho deciso di
assumermi la responsabilità di relazionare,
voglio parlare del maestro uomo, fisarmonicista
ed esperto di musica.
La cultura non è qualcosa che si può mettere in
un contenitore perché immensa. Essa abbraccia
l’arte, la pittura, la scultura, la poesia, la
letteratura e, infine, la musica ritenuta dal
sottoscritto “magia” (lo ha anche detto il
pianista Bosso – diversamente abile - durante il
festival di San Remo 2016). Il Maestro ha
sposato una di queste arti, ha sposato la musica
e l’ha fatta sua per poi mettere, le competenze
acquisite, a disposizione dei giovani allievi.
Il
Maestro Antonino Di Buono è nato a Mistretta
il 13/3/1912. Da giovane ha svolto, per poco
tempo, la professione di falegname e dopo il
1946, aprì un negozio di strumenti musicali tra
i quali la fisarmonica (suo strumento preferito)
ed altri accessori. In seguito ottenne la
licenza per la vendita dei giornali (per la
cronaca è stata la prima a Mistretta).
Contemporaneamente al periodo in cui esercitò la
professione di commerciante, il maestro Di Buono
fece parte di un’orchestra amastratina quale
suonatore di Sax tenore e fisarmonica. Un gruppo
musicale che gli anziani, ancora oggi,
ricordano.
Ma, per meglio capire la personalità e la
passione del Maestro Di Buono bisogna parlare di
emigrazione, un fenomeno che ha coinvolto molti
italiani e diversi mistrettesi.
Era il 1949 l’anno in cui il Maestro, come tanti
altri italiani, è emigrato in Argentina in cerca
di fortuna. La città che ha scelto dove lavorare
è stata Cordoba (una metropoli di circa
1.300.000 abitanti) dove ha svolto la
professione di falegname per poco tempo perché,
quasi subito, ebbe l’opportunità di entrare
nella banda della polizia con la mansione di
Ispettore capo. Un incarico di responsabilità
che lo ha gratificato e che ha svolto
egregiamente portando in alto il nome
dell’Italia e di Mistretta in particolare. Un
incarico che gli aprì le porte alla notorietà
come musicista: la sua passione. (Gli articoli
giornalistici, in lingua argentina, sono una
significativa testimonianza).
Ma il Maestro non si è accontentato
dell’incarico di prestigio, ha voluto dare
sfoggio anche alla competenza di fisarmonicista.
Ed ecco che, successivamente, ha formato
un’orchestra di 9 elementi cui faceva
parte un altro mistrettese:
Liborio Di Bernardo Amato detto “Gesualdo”.
Il Direttore del gruppo (soprannominato Tony Di
Buono) in diverse occasioni si è fatto valere
suonando alternativamente il sax tenore e la
fisarmonica.
Ma il Maestro, per motivi familiari, è stato
costretto a tornare in Italia verso la fine del
1951. Il suo sogno era quello di ritornare,
di esercitare e dare valore alla passione della
musica che non ha mai trascurato: un interesse
vivo che gli dava la forza di continuare e farsi
valere in una nazione lontana dalla madre terra
che l’ha visto nascere. La musica, dunque, lo
aveva legato alla gente e gli abitanti di
Cordoba avevano cominciato ad apprezzare le sue
qualità.
Rimanevano, nel cuore del maestro, gli amici
argentini conosciuti e i ricordi delle belle
esperienze musicali.
Ma l’infaticabile maestro non si è mai arreso.
Tornato a Mistretta ha, di nuovo, radunato gli
strumentisti che lo hanno accolto con infinito
piacere. Lo dimostra la ricomposizione del
gruppo orchestrale e della banda che ha diretto per
parecchio tempo: le foto sono la testimonianza
dell’instancabilità del maestro e la voglia di
dare continuità alla sua passione.
La virtù innata alimentata dalla passione e il
pregio dell’animo hanno condotto il maestro ad
amare, ancor di più, l’arte straordinaria della
musica, al punto di tornare in quella città che
lo aveva applaudito.
Sicuro di aver conquistato i cuori degli
abitanti di Còrdoba il 27 febbraio del 1957 è
tornato in Argentina con tutta la famiglia
formata da 6 figli (Graziella, la mamma di
Antonio, è nata in Argentina dopo pochi mesi il
trasferimento)
Diverse le gratificazioni, diversi i
riconoscimenti che hanno portato svariati
giornalisti ad esaltare la figura del Direttore
artistico amastratino e l’orchestra della quale
faceva parte anche il fratello Gaetano.
Ha mantenuto, inoltre, il titolo di Ispettore
della banda locale. Anche in questo settore ha
padroneggiato e lo dimostrano i numerosi
riconoscimenti firmati da tutti i componenti
della banda di Cordoba. (che avete visto nel
filmato).
Nove anni di successi, nove anni di
gratificazioni, nove anni di intensa attività
musicale. Nella vita, però, ad un inizio si
contrappone una fine.
Come ogni persona legata alle proprie origini,
ai ricordi, alle passioni, ai sentimenti
dominanti misti alla nostalgia, il Maestro,
forse pensando alla famiglia e all’avvenire dei
figli ha creduto giusto ritornare in Patria, in
quella città di pietra dove gli amici, i parenti
e la musica avrebbero accolto lui e l’intera sua
famiglia.
Il comandante della banda della polizia di
Cordoba e tutti i componenti dello stesso corpo
bandistico, l’11 agosto del 1966 hanno voluto
salutare il maestro amico compositore Antonio,
dedicandogli un concerto (durante il quale è
stata eseguita una sua marcia) . A conclusione
della serata musicale, il comandante ha voluto
ringraziare l’amico musicista con un toccante
discorso finale in lingua argentina che ha avuto non il sapore di un
addio ma di un arrivederci. La voce, che avete
ascoltato nel filmato, è quasi incomprensibile
ma originale registrata nel lontano 11
agosto1966. Oltre alle belle parole, al maestro
Di Buono sono rimaste, come ricordo, due
pergamene dove sono state siglate le firme di
tutti i componenti della banda della Polizia di
Cordoba.
Era l’estate del 1966. Il maestro Di Buono ha
scritto la parola fine a quella fantastica avventura che
lo ha gratificato ed osannato fino all’ultimo
giorno, ma ha portato con se’ una valigia da
emigrato stracolma di conoscenze e un’infinità
di ricordi colmi d’affetto.
Tornato a Mistretta il maestro ha ripreso
l’attività commerciale della vendita dei
giornali ed altro e, come attratto da un potente
magnete, si è avvicinato al corpo bandistico del
Comune di Mistretta per il quale ha ricevuto
l’incarico di capobanda avente il compito di
curare la Scuola musicale e l’annesso corpo
bandistico con la mansione di Maestro Direttore.
“Con nota n. 3794 del 24/5/1967 - Il Sindaco
nomina Capobanda del corpo bandistico di
Mistretta il Sig. Di Buono Antonino… Non manca
molto tempo e il maestro riceve una nota di
merito:
"Le esprimo il compiacimento
dell’Amministrazione comunale per l'ordine e la
disciplina in occasione della festa di Santa
Rita…”(Firmata il Sindaco).
Di buono ha dimostrato di essere in grado di
tenere viva tradizione musicale tanto amata dai
mistrettesi. Egli ha curato con passione la
scuola musicale e il corpo bandistico fino al 28
febbraio 1972 data di nomina del M° Testa.
Da qui fino al 1976 al maestro Di Buono gli è
stato affidato l’incarico di Direttore della
banda di Castel Di Lucio dove a causa di un
organico ridotto, integrava elementi della
banda di Mistretta.
Ma il M° Testa si è dimesso dopo cinque anni e
precisamente il 21/5/1977. L'Amministrazione
comunale, dando prova di sensibilità, affida
nuovamente la banda
comunale al
valido ed esperto, Maestro Di Buono Antonino.
Un altro periodo da coprire fino all’espletamento del
nuovo concorso. Grazie a lui la banda ha
continuato a vivere.
L’impegno profuso del maestro Di Buono è durato fino al
28/7/1984 data in cui prende servizio il Maestro
Giuseppe Lotario quale vincitore del concorso
bandito dal Comune di Mistretta.
Merita di essere messo in evidenza che il
Maestro Lotario aveva chiesto la collaborazione
del M° Di Buono: le notizie della sua competenza
musicale erano arrivate alle orecchie del
vincitore di concorso. La collaborazione non ha
avuto seguito perché il Maestro Di Buono era
impegnato con l’insegnamento della fisarmonica
che impartiva ad alcuni ragazzi volenterosi.
Il maestro Di Buono, comunque, non si è
“licenziato” in silenzio. Prima della presa di
servizio del Maestro Lotario e prima dell’addio
definitivo dal corpo bandistico e dalla scuola
musicale, offrì al pubblico amastratino uno dei
migliori concerti di quel periodo storico.
Purtroppo, il padre amico, maestro di musica e
di vita Antonino Di Buono, dopo alcuni anni, e
precisamente il
25
settembre 1994,
ha lasciato questa terra per un mondo
migliore.
Dopo 18 anni dalla sua dipartita, finalmente, il
Maestro tanto amato dai suoi allievi e dalla
comunità tutta, riceve una meritata
gratificazione.
In occasione dei festeggiamenti per il 150°
anniversario della Costituzione del corpo
bandistico e della Scuola musicale del Comune di
Mistretta, un momento toccante, dominato dalla
commozione, è stato vissuto dai familiari e da
tutti i presenti alla cerimonia.
Giorno 4 agosto 2012, alle ore 18,30 la sala
prove della Scuola di musica è stata intitolata
al Maestro Antonio Di Buono
Erano presenti il Sindaco Avv. Iano Antoci
che ha ringraziato quanti si sono adoperati per
la riuscita dell’importante momento di
gratificazione, il M° Di Maria (attualmente in
carica) e i maestri: Giuseppe Lotario,
Angelo Pio Leonardi, Salvatore Villardita,
Giovanni Ortoleva, e, in rappresentanza del
Maestro Giovanni Testa, la moglie e i figli.
Nei volti dei familiari si leggeva una chiara
commozione e l’orgoglio di avere avuto accanto
un uomo che della cultura musicale ne ha fatto
una ragione di vita.
A conclusione di questa mia relazione mi
permetto di esprimere un pensiero personale.
Devo dire che il Maestro Di Buono è stato, per
me, un “padre musicale” per l’affetto che
sempre mi ha manifestato. Pur non abitando a
Mistretta per motivi di
lavoro, mi cercava
sempre, mi voleva con se nei vari concerti. E’
stato, inoltre, un Maestro amico che ho sempre
stimato nonostante le vicissitudini della vita
mi hanno costretto a vivere lontano.
Non mi rimane che scusarmi per la sintesi storica della
vita del Maestro Di Buono che, sicuramente,
avrebbe meritato di più, ma per mancanza di
testimonianze, documenti, immagini altre
registrazioni che, in parte, si sono perse, non
ho potuto storicizzare più di quanto sono
riuscito a fare. Mi auguro, con l’aiuto di
Antonio, di riuscire a trovare le sue
composizioni e le trascrizioni. Ricordo, a
proposito, la trascrizione di un canzoniere.
Grazie alle autorità presenti, al Sindaco, all’Assessore
alla Cultura
Lorenzo Cocilovo.
Un grazie sentito alla figlia Francesca per la preziosa
testimonianza senza la quale non sarei stato in
grado di raccontare e per la fiducia che ha
avuto nell’affidarmi il prezioso materiale
storico senza il quale non avrei potuto
cominciare il presente progetto di ricostruzione
dei fatti; un altro grazie lo voglio dedicare al
simpatico nipote Antonio il quale ha voluto
ricordare il nonno che ha sempre voluto bene.
Senza il suo tramite, sarebbe stato difficile
parlare del maestro a causa della mia lontananza
da Mistretta. Antonio, in un suo post su
Facebook, scrive: “Di mio
nonno Nino ... ricordo sempre la sua ironia e il
suo bel modo di scherzare. Ricordo sempre la sua
espressione un po' nostalgica e il suo essere
con la testa tra nuvole... un po' credo di
essere come lui
😄
. Amateli i nonni perché un giorno vi renderete
conto che caratterialmente un qualcosa di loro
vi resterà”.
È’, questa la dimostrazione del suo affetto
verso il nonno Maestro.
Non può mancare il ringraziamento al gruppo
musicale appartenente alla banda, per avere
onorato il Maestro Di Buono con la musica. Al
Maestro Di Maria e a tutti i suoi collaboratori
voglio rivolgere i miei apprezzamenti anche a
nome della Famiglia Di Buono.
Infine un grazie all’Associazione “Kermesse d’Arte”
e al suo Presidente Dino Porrazzo che ha
organizzato questo incontro, ai familiari
presenti e non presenti per motivi di lavoro e a
tutti voi per avermi ascoltato.. ma, per
concludere con il sorriso sulle labbra vi voglio
leggere un aneddoto che ricorda gli ultimi
momenti della vita del maestro.
Il tanto stimato Maestro Antonino Di Buono ci ha lasciati
il 25 settembre 1994. Fino all’ultimo istante
della sua vita sognava e raccontava la sua
grande passione e lo dimostra l’aneddoto che la
figlia Franca mi ha scritto:
ANEDDOTO CONCLUSIVO
Testimonianza della figlia Franca
“Possiamo dire che la sua vita era per la musica
e che per la quale a volte trascurava la
famiglia (in senso buono). A volte non si
rendeva conto che ora fosse. La notte, mamma si
svegliava alle due- tre e lui era ancora in
cucina, con la mantellina sulle spalle e il
braciere quasi spento, a scrivere musica. Mamma
lo chiamava “ Nino ma guarda che ore sono, non
vieni a dormire? Si, arrivo ma si faceva l’alba.
Ecco perché dico che viveva di musica e che
posso garantire che ce l’aveva nel sangue. Forse
la musica e la passione è nata insieme a lui
(dice la signora).
Anche prima di morire, forse in un momento di
pre morte, si strappò tutti i fili a cui era
legato e il dott. Giordano bonariamente lo
richiamò “Sig Di Buono ma noi avevamo fatto un
accordo” e lui rispose “ Si in fa minore”. Ecco
povero papà le sue ultime parole sono state per
la musica.”
Lucio Vranca